Architettura del Liceo


 Il Liceo Giannone (e Piazza Risorgimento)

 

L’edificio del Liceo Classico Pietro Giannone - (la prima sede era ubicata a Piazza Roma presso il Convitto Nazionale) - è stato realizzato tra il 1935 e il 1938 ad opera dell’architetto Luigi Piccinato. Di chiara impostazione razionalista, si inserisce nell’attuale piazza Risorgimento a seguito del Piano Regolatore, redatto dallo stesso Piccinato nel 1932. Il piano, nell’area in questione, si caratterizza per la presenza di precise sagome che individuano due edifici scolastici e la sede della Gioventù Italiana del Littorio, distribuite intorno ad un ampio spazio rettangolare, al centro del quale era prevista una fontana di forma allungata, poi non realizzata. L’ampia piazza rettangolare, larga 160 metri e profonda giusto la metà, chiamata della Rivoluzione, nell’idea del progettista è concepita sia come cerniera tra il nuovo quartiere Mellusi e il centro storico, sia come luogo rappresentativo perché doveva diventare il centro delle strutture organizzative ed educative del fascismo.

Nel 1934, sul primo lato breve, l’area inizia a configurarsi con il progetto della scuola Mazzini a firma dell’architetto Frediano Frediani. Contemporaneamente si inserisce, sul secondo lato corto, la sede della GIL con annessa palestra. Verso la metà degli anni ‘ 30, sul lato lungo, iniziano i lavori per la costruzione del Liceo Giannone a firma del già citato architetto Luigi Piccinato.

La scuola Mazzini, si caratterizza per l’ingresso costituito da una scalinata angolare di accesso, coperta da una pensilina al di sopra della quale si innalza il volume del vano scala, più alto e arretrato. Su questo elemento, rivestito in travertino, segnato da una continua sequenza di finestre, si incastrano i due corpi che delineano i bracci della L con paramento in mattoni e lunghe finestre. Il braccio più lungo si protende sulla piazza e si conclude con l’articolata soluzione semicircolare piena al primo piano, e aperta con terrazza e scheletro strutturale esterno al secondo piano. L’altro braccio, più corto, termina con un taglio netto, su cui si affianca la palestra su due livelli, contraddistinta dalla grande statua del discobolo, posizionata lateralmente alla scalinata di accesso.

Sul lato opposto della piazza, si realizza la sede della GIL, demolita negli anni ’70 per far posto alla nuova sede della Banca d’Italia. L’edificio riprende in parte lo stesso linguaggio razionalista della scuola Mazzini, infatti anche in questo caso viene adottata la soluzione d’angolo per l’ingresso e l’incastro degli avancorpi più bassi sui due lati. Sulla piazza prevale la facciata solenne in travertino preceduta da un porticato e da un volume con finestre continue. Sull’altro lato l’edificio si allunga con un braccio più corto ma con un disegno di facciata pressoché simile al primo braccio.

E veniamo al progetto del liceo Giannone che dal citato piano Piccinato si caratterizza con una sagoma molto più articolata rispetto a quanto poi è stato realizzato. L’edificio deriva dal progetto risalente agli anni 1934/1935; fu appaltato il 30 aprile 1935 ma i lavori furono subito sospesi a fine anno per mancato trasferimento di fondi dello Stato.  I lavori riprendono alla fine del 1936 e di nuovo vengono sospesi dopo pochi mesi. Il cantiere, fermo al primo impalcato, riapre nel gennaio del 1938 e viene completato verso la fine del 1938. Subito dopo viene presentato alla città con una manifestazione coincidente con l’inizio dei lavori per la pavimentazione di Piazza della Rivoluzione. Tuttavia bisogna aspettare il 15 ottobre 1940, quando nel liceo si tengono le prime lezioni.

In origine la struttura, sul piano tipologico, si articolava su tre lati continui, distribuiti intorno ad una corte aperta. Verso la fine degli anni ‘70 del Novecento la scuola si dota della palestra, sul lato opposto a quello principale, chiudendo di fatto la corte aperta originaria. Tra gli anni ’80 e ‘90 il liceo è interessato da alcuni interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che non modificano l’impianto generale e l’estetica del palazzo, anche se le estremità del terzo livello si allungano leggermente. All’interno la qualità architettonica è ancora oggi esaltata dall’ampiezza della corte, dall’ariosità dei corridoi che si sviluppano internamente sui tre lati dell’edificio, dalle luminose aule, quasi tutte prospettanti sulla piazza e dall’Aula Magna, posizionata al terzo livello, accessibile dall’ampia scala centrale. In alzato la facciata si sviluppa su tre livelli fuori terra di cui il terzo, all’ultimo piano, si arretra dal prospetto. Il fronte lungo di 90 metri, prospettante sulla piazza Risorgimento, si caratterizza per la sua spiccata orizzontalità e simmetria, interamente rivestito in travertino, è ritmato da alte finestre. Nella parte centrale si protende, a sottolineare l’ingresso centrale, una pensilina su esili pilastri. Le tre facciate, che si ripetono nel disegno, sono improntate ad un rigoroso classicismo, scevro da tradizionali elementi decorativi e l’edificio con la sua compatta volumetria, sembra sottolineare la sua visione rigorosa dell’insieme.

Il liceo Giannone si pone ancora oggi come significativo fondale per chi arriva nella piazza. E’ proprio l’innesto nello spazio circostante l’aspetto più interessante di questa operazione architettonica degli anni Trenta che purtroppo appare ancora incompiuta per la mancata caratterizzazione della piazza, vuoto indefinito che non può essere soltanto funzionalmente un parcheggio.

(a c. del Prof. Angelo Bosco)

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